Oggi si festeggia San Giuseppe...santo protettore dei falegnami, dei poveri, custode della famiglia e dei papà ...e chissà in quanti oggi festeggiano l'onomastico, Giuseppe è comunque fra i nomi più diffusi in Italia e all'estero in tutte le sue varianti. E a Palermo potevamo lasciarci sfuggire una festa così importante? Potevamo perdere l'occasione per fare di una festa religiosa una festa mangereccia? Certamente no, in questo siamo mastri (maestri), e allora ecco che oggi non c'è famiglia palermitana che non porti in casa un vassoio di sfinci.
L'origine del nome proviene dal latino...strano ma questa volta gli arabi c'entrano ben poco, e significa spugna. Questo dolce infatti ha la consistenza della spugna, soffice e porosa. Malgrado sembri molto gonfia e consistente al suo interno è vuota, come un palloncino. Va bene va bene, gli arabi un pizzico c'entrano anche questa volta perchè sembra le monache palermitane si siano ispirate a loro per condirle con la ricotta e i canditi, ingredienti che ritroviamo come un liet motif in tutti i dolci a loro ispirati (vedi la cassata o il cannolo).
Questa ricetta collaudatissima mi è stata data tanto tanto tempo fa da una cara collega, Mimma, ma fare questi dolci mi metteva un pò di soggezione, non ero sicura di riuscire, di farle all'altezza. Motivo: in famiglia ho un assaggiaotre DOC di dolci con ricotta, mio marito...capirete quindi che ogni anno lo spedivo in pasticceria a comprare il suo adorato vassoietto. E come si dice in siciliano "minni niscieva ra malatia" (mi toglievo il pensiero) Ma quest'anno no. Presa da un raptus ho cercato la ricetta ormai ingiallita e ho creato...le mie prime Sfince di San Giuseppe
Ingredienti per circa 20 sfincette: 250 grammi di acqua, 200 grammi di farina, 65 grammi di burro (o strutto), 4 uova, sale q.b. Per la crema 300 grammi di ricotta circa, 150 grammi di zucchero a velo, ciliegie candite, scorzette d'arancia e granella di pistacchi. C'è chi usa anche le gocce di cioccolata. Olio per friggere
Procedimento: In una casseruola mettere a riscaldare l'acqua con il burro e il pizzico di sale. Appena il burro sarà sciolto fare cadere a pioggia la farina, girare energicamente con un cucchiaio di legno per un paio di minuti a fiamma dolce fino a che il composto, staccandosi dalle pareti, farà una palla
Fare raffreddare trasferite il composto nella planetaria e con gancio k e a minima velocità aggiungete le uova, una a una, attendendo che il precedente uovo sia stato assorbito completamente prima di aggiungere l'altro. Questo procedimento potete farlo anche a mano, (come ho fatto io visto che ho fatto mezza dose) mescolando con un cucchiaio di legno ma vi avverto, per fare assorbire il primo uovo ci vuole olio di gomito. Vi ritroverete questa crema, fluida ma densa. Fate riposare circa 30 minuti
In una padella capiente e profonda mettere a scaldare l'olio e appena caldo iniziate a friggere il composto utilizzando come minsura un cucchiaio. E' quì vi confido un segreto per la loro riuscita, bisogna rigirarle spesso e appena vengono a galla dargli un colpetto netto con una posata per spaccarle (schizzandovi l'olio da per tutto mani comprese) oppure come ho fatto io bucherellarle con i rebbi della forchetta. Così l'olio bollente penetrerà dentro e le farà gonfiare di più, inoltre non rischiate che rimangano crude. Friggerle per circa quattro, cinque minuti, dipende dalla loro grandezza. Devono essere ben dorate e leggere. Metterle a scolare su carta assorbente
Appena fredde spalmate sopra la crema di ricotta (ottenuta miscelando alla ricotta ben asciutta lo zucchero a velo e la cioccolata) e decorate con i canditi e granella di pistacchi
E come dice la mia amica "Basta solo un pò di immaginazione, mischiata alla semplicità e un pizzico di sogno (e un morso ad una sfincia). Per un attimo si scordano i guai, dall’istante successivo si può ricominciare a pensare, vivere e a volte anche lottare, con un pò di forza in più!"
E con questa ricetta auguro un buon onomastico a tutti i Giuseppe e una buona festa a tutti i papà...in particolare al mio, che si chiamava Giuseppe e che mi veglia da lassù.
5 commenti:
Ciao Elena oggi proprio non possono mancare le sfince a tavola, io aggiungerei agli ingredienti un mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio per dare ulteriore morbidezza al composto e alla lievitazione. Buon San Giuseppe.
Un abbraccio
Maurizio
Auguri a tutti i papà... E quando metti in tavola dei dolcetti così è subito festa non c'è niente da fare!
E' bellissimo conoscere le tradizioni culinarie di altre regioni tramite i post che richimano abitudini di famiglia e usanze consolidate.
Sono veramente stupende, sei bravissima!!! Grazie per la citazione, è un vero onore, ma soprattutto un pensiero affettuoso per tuo padre che è sempre nel nostro cuore!
A Roma purtroppo queste delizie non si trovano (forse solo nelle pasticcerie siciliane): quanto mi piacerebbe assaggiarle, sembrano deliziosa, e poi io adoro sia i pistacchi che la ricotta
Peccato non poter condividere queste meraviglie con le persone che non ci sono più... e che piace immaginare ovunque siano, davanti a un piatto di queste squisitezze. Grazie epr avermi rivelato l'esistenza di una simile meraviglia, che spero di assaggiare un giorno nella terra dov'è nata, perché mai sarei capace di riprodurla. Apprezzo tutta la cucina tradizionale italiana, trovandola superba, ma quella siciliana, niente da fare, è REGALE!
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