Ricordo con nostalgia Collegiove... In questo sperduto paesino montano di appena 200 anime a 1000 metri d'altitudine in provincia di Rieti ho trascorso l'estate del 1984. Avevo 10 anni e mio padre, Direttore di ufficio postale era stato trasferito li per un avanzamento di carriera. Un anno intero lontano da casa... lontano dal sole della Sicilia e fra la neve delle montagne vicino il Gran Sasso
Ricordo che si riempì la macchina con la conserva di pomodoro fatta in casa da mamma, ricordo il vuoto che si creò in famiglia...ricordo le sue telefonate ogni mattina prima che io e mio fratello andassimo a scuola, per augurarci una buona giornata e per sincerarsi che andassimo veramente a scuola e non rimanessimo a letto, magari facendo leva sul cuore più morbido di mamma.
Ricordo quell'estate che passammo là e raggiungemmo Roma, io la mamma e mio fratello, in treno in un vagone letto...A Roma ci accolse papà alla stazione.
Ricordo le curve che affrontammo per raggiungere Collegiove, ricordo l'odore dei boschi, dei funghi, del muschio. Noi abituati alla brezza del mare ... mi sentivo Heidi sui monti.
Ricordo il piccolo ufficio in cui lui faceva praticamente tutto, Direttore e sportellista. E ricordo l'emozione e la felicità sul volto di mio padre appena ci presentò quella gente semplice che l'aveva "adottato" soprattutto durante l'inverno rigido. Già, la ricordo ancora quella gente semplice che profumava di genuinità, di formaggio e di camino. L'età media era 70 anni almeno. Erano tutti anziani e se anche anagraficamente non lo erano, dimostravano davvero molto di più della loro età
Ricordo lo zio Nunzio, dolcissimo vecchietto che passava tutta la giornata seduto in una panchina davanti casa e sapeva dire PATATA in tutte le lingue del mondo. Divertiva tantissimo me e mio fratello, ricordo la moglie Pasquarosa, con i capelli bianchi raccolti in testa, sempre impegnata in cucina a preparare la pasta fresca.
Ricordo poi Irma e Maurizio, la coppia più giovane del paese. Erano i nostri vicini di casa. Lei portava la mattina le pecore a pascolare e a dire il vero, di capra..."profumava" tutta la casa
Ricordo Giuseppe, un uomo tarchiato che aveva asini e cavalli e che non aveva mai lasciato il paese e che non aveva mai visto il mare. Mio padre non esitò a farlo salire in macchina e a portarlo a vedere il mare. Mio papà mi raccontò che si emozionò così tanto da piangere.
Ricordo una signora, di cui non ricordo il nome, che per merenda serviva a me e mio fratello del prosciutto crudo genuino servito sopra una fetta di pane casalingo tagliato con un grosso coltellaccio e appoggiato al petto.
Ricordo l'ortica, il formaggio fatto in casa, il mio primo libro letto sotto un bellissimo albero, i girini di uno stagno, i funghi porcini...
Ricordo le gite per raccogliere funghi, le gite a Tivoli con il suo bel parco, Terni, l'Aquila, le cascate delle Marmore, Perugia e la città dei Ragazzi, i paesini limitrofi come Collalto Sabino, Nespolo e il lago di Turania, il Gran Sasso d'Italia raggiunto in funivia e tanto tanto altro...
Ricordo il mio magnifico e straordinario papà, scomparso nel 2002 e che oggi avrebbe compiuto 67 anni