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venerdì 5 giugno 2020

Brioche con il tuppo (Ricetta chef Andrea Matranga)

Se siete stati in Sicilia avete sicuramente gustato la granita accompagnata da una bella brioche con il tuppo. Il tuppo è il cocuzzolo che ricorda molto l'acconciatura delle donne, lo chignon, che in Sicilia chiamiamo appunto "tuppo". Non mi ero mai cimentata nella preparazione delle brioches perchè come potete ben capire, da noi si trovano abbastanza facilmente. Ma con la quarantena forzata è tutto cambiato. Quale ghiotta occasione quindi per imparare a farle in casa? La ricetta è di Andrea Matranga, brillante chef siciliano, che in queste settimane non ha fatto mancare su facebook delle spassosissime dirette per cucinare insieme a lui. 

Io qui vi scrivo per comodità la ricetta ma per farle a regola d'arte occorre vedere il suo video, soprattutto perchè spiega bene come impastarle e come fare la pirlatura.
Ingredienti: 500 grammi di farina 0, 80 grammi di zucchero, 8 grammi di lievito di birra disidratato, 2 uova, circa 200 ml di latte, 4 grammi di sale, scorza di limone non trattato (oppure un cucchiaino di estratto di vaniglia) e 100 grammi di strutto.
Procedimento: in planetaria unire le uova con lo zucchero e il lievito e miscelare per bene con la frusta, sostituire la frusta con il gancio e aggiungere quindi in un colpo solo la farina, la scorza del limone (o la vaniglia) il sale e il latte a poco a poco. Aggiungere lo strutto a cucchiaiate ma prima di aggiungere la successiva attendere che sia ben incorporata la precedente. Impastare almeno 10 minuti fino a incordatura. Porre l'impasto in una spianatoria con un po' di farina, piegare un paio di volte su se stessa e mettere a riposare in luogo riparato e con la pellicola fino al raddoppio, meglio ancora se triplica! 
A questo punto, dopo che l'impasto è lievitato, riporlo nuovamente su un piano infarinato e ricavare 10 pezzetti di impasto da circa 85 grammi e altri 10 pezzetti di circa 15 grammi per il tuppo. In totale ne verranno 10. Effettuare ancora delle pieghe per ogni pezzetto e successivamente, con un po' di praticità, occorre fare roteare l'impasto su se stesso sotto il palmo della mano, tra il pollice e il mignolo, sopra un ripiano non infarinato. Questa è la cosiddetta pirlatura, fondamentale per la riuscita delle brioches, quindi se non l'avete mai fatta occorre che andate a vedere il video perchè Andrea lo spiega benissimo. Porre man mano l'impasto su una teglia rivestita di carta forno, effettuare anche la pirlatura del tuppo e unire i due impasti: create una pressione al centro della brioche e adagiate la pallina. Mettere a lievitare fino al raddoppio, dentro al forno con luce accesa e sotto un recipiente con acqua calda.

Al raddoppio, uscire la teglia dal forno, accenderlo e portarlo a 160° ventilato. Nel mentre spennellate delicatamente le brioches con un tuorlo battuto insieme a un cucchiaio di latte. Appena il forno arriva a temperatura alzare a 180° e cuocere per circa 10 minuti. Fare raffreddare le brioches su una gratella.

Che dire? Il risultato è stato superiore alle mie aspettative, ma non perche non mi fidassi di Andrea, ma semplicemente perchè non credevo potessero riuscirmi così bene! Troppo buone per essere vero!

sabato 22 luglio 2017

Reginelle: biscotti con il cimino (sesamo)

Dopo un lungo periodo di riposo dal mio blog, la classica crisi da foglio bianco, torno con una ricetta palermitana, le reginelle, che non è semplice da trovare nel web. Buona come questa almeno. La ricetta mi è stata data tanto tanto tempo fa dalla "zia Mariella", la zia di mia cognata e devo dirvi che è molto pericolosa per la linea. Vengono dei biscotti eccezionali. Senza dilungarmi, ecco la ricetta.

Ingredienti: 500 grammi di margarina (non sostituitela con il burro o i biscotti risulteranno troppo pesanti, quasi stucchevoli), 400 grammi di zucchero , 1 uovo, 1 chilo di farina, 300 grammi di sesamo.
Procedimento: ammorbidire, non sul fuoco, la margarina e unire lo zucchero e l'uovo. Aggiungere successivamente la farina e lavorare l'impasto per bene fino a formare un panetto compatto. Formare quindi dei budelli e tagliarli formando dei biscotti di circa cinque centimetri ciascuno.


Passare i biscotti sul "cimino" sesamo facendolo aderire per bene. Potete, se volete fare prima,  passare il budello prima nel sesamo e poi tagliarlo.

Porre i biscotti sulla placca nera con carta forno sotto e infornare a 180 gradi fino a che non saranno molto dorati
Fate raffreddare completamente prima di assaggiare... resistete oppure il sesamo sulla vostra lingua avrà lo stesso effetto dei carboni ardenti. Scientificamente provato da me!

Sperando di non far passare altri tre mesi vi do appuntamento alla prossima ricetta.

martedì 7 aprile 2015

Sfince di San Giuseppe (ricetta di Ale)

San Giuseppe è trascorso da un po' e abbiamo anche archiviato Pasqua e Pasquetta. In effetti devo pubblicare questa ricetta da qualche settimana ma la mancanza di tempo ormai cronica mi ha portato fino a oggi. Ma alla fine, che importa? L'importante è pubblicarla perché merita assolutamente!

Avevo già pubblicato la ricetta delle sfince di San Giuseppe, il dolce tipico di Palermo che non può mancare nelle tavole dei palermitani il 19 marzo, ma quest'anno ho voluto cambiare oltre che la ricetta il metodo di cottura e devo dire che non ho sbagliato! Ho seguito la ricetta e i consigli di Ale e Cinzia
Ingredienti per 25 sfincette: 5 uova, 250 grammi di acqua, 250 grammi di farina, 50 grammi di strutto (o burro), un pizzico di sale. 500 grammi di strutto per friggere oppure olio di semi di arachide (oppure utilizzate il Dante adatto alla frittura). Per il ripieno: 500/ 600 grammi di ricotta di pecora fatta riposare e gocciolare da almeno un giorno, 180/200 grammi di zucchero a velo, gocce di cioccolato. Per decorare scorzette di arancia, ciliegie candite e granella di pistacchio. 

Procedimento: In una casseruola mettere a riscaldare l'acqua con il burro e il pizzico di sale. Appena il burro sarà sciolto fare cadere a pioggia la farina, girare energicamente con un cucchiaio di legno per un paio di minuti a fiamma dolce fino a che il composto, staccandosi dalle pareti, farà una palla. Ancora tiepido trasferite il composto nella planetaria e con gancio k e a minima velocità aggiungete le uova, una a una, attendendo che il precedente uovo sia stato assorbito completamente prima di aggiungere l'altro. Fate riposare circa 30 minuti. Ed ecco il segreto. Fare sciogliere lo strutto, mantenerlo a una temperatura costante ma non bollente perché le sfincette devono friggere dolcemente (se non volete friggere nello strutto va bene anche l'olio di semi di arachide ma tenete la sua temperatura bassa). Prelevare con la punta di un cucchiaio l'impasto e friggere. Io ho usato la mezza posatina d'argento. Se non la possedete non fate il cucchiaio troppo colmo.
Un video più di mille parole, per farvi capire come devono friggere dolcemente le sfincette. Si gonfieranno da sole e spaccheranno senza dovere usare la forchetta. 


Appena gonfie e leggere porle su carta assorbente e fate raffreddare completamente. Riempire successivamente con la crema ottenuta setacciando la ricotta e aggiungendo lo zucchero a velo e le gocce di cioccolata.  

Chi spalma la ricotta sopra e le riempie anche dentro, chi spalma la ricotta soltanto sopra, fate un po' voi, secondo gusto. Io per esempio le preferisco soltanto con la crema di ricotta spalmata sopra perché mi piace sentire il sapore della sfincetta.
L'importante è comunque decorarle con la scorzetta di arancia candita, con la granella di pistacchio e se vi piace, per dare colore, anche della ciliegia candita!

Un consiglio: l'indomani sono ancora più buone perché i sapori si sono amalgamati ...


lunedì 16 febbraio 2015

Cassata al forno (crostata con ricotta di Maria Giovanna)

12 febbraio, compleanno di mio marito. Potevo esimermi dal preparagli un dolce con la sua crema preferita? Ricotta, ricotta e solo ricotta! Ero molto indecisa, mi sono consultata con le mie amiche blogger e si sa, quando un' amica chiama amica risponde e così mi sono ritrovata piena di idee  (Cinzia, Mela, Maria Giovanna, Alessandra, Fina). A questo punto ho lasciato scegliere al diretto interessato, il festeggiato naturalmente! Ha optato per la crostata alla ricotta di Maria Giovanna che  si è trasformata in una deliziosa cassata al forno (l'ho servita girata dalla parte opposta). Ho anche in corso d'opera modificato leggermente gli aromi (arancia invece di cannella) e il procedimento.

Ingredienti per la frolla teglia diametro 26: 300 grammi di farina 00, 50 grammi di fecola di patate (o amido), 150 grammi di burro morbido, 125 grammi di zucchero a velo, una bustina di lievito per dolci, due tuorli, due cucchiai di latte, qualche goccia di aroma di arancia
Ingredienti per la crema: 500 grammi di ricotta di pecora, 140 grammi di zucchero a velo, gocce di cioccolata fondente.

Premessa: il giorno prima che dovete realizzare la crostata porre la ricotta su un colino (almeno 24 ore). Ciò servirà per eliminare il siero in eccesso
Procedimento: montare con il gancio k della planetaria il burro con lo zucchero a velo. Appena il composto risulterà cremoso aggiungere un tuorlo alla volta, infine aggiungere, alternandoli, la farina setacciata con il lievito e il latte. Aromatizzare con mezza fialetta scarsa di aroma di arancia. Porre in frigo per circa mezz'ora. Mel mentre setacciare la ricotta e incorporate, aiutandovi con un cucchiaio di legno, lo zucchero a velo e le gocce di cioccolata Tenete in frigo fino al momento dell'utilizzo. A questo punto stendete poco più della metà della frolla su una teglia imburrata e infarinata. Stendete uniformemente la crema di ricotta.

Su un disco di carta forno stendere la frolla rimasta e aiutandovi sempre con la carta forno capovolgetelo e ponetelo sopra. Sigillate bene i bordi.

Infornare a 180° per circa 35/40 minuti e comunque finchè non risulta dorata la superficie. A questo punto, appena fredda capovolgete la crostata e distribuire uniformemente altro zucchero a velo.

Missione compiuta e soprattutto riuscita, mio marito ha spento le candeline sopra una delle sue torte preferite....


Un consiglio: la cassata al forno l'indomani è ancora più buona quindi se potete preparatela il giorno prima!


sabato 22 novembre 2014

Biscotti di San Martino tostati

Mi complimento da sola per l'intuizione, per molti roba da niente sono sicura, ma io che non sono tanto brava con i dolci so di avere creato una meraviglia!
 
Vi ricordate i biscotti di San Martino (detti rasco) che preparai l'anno scorso con il lievito madre? Li ho rifatti anche quest'anno e sono stati nuovamente un vero successo. Questa volta però ne ho "salvati un paio".

Li ho lasciati un paio di giorni nella scatola di latta quasi dimenticandomene: ero infatti stufa di biscotti con la ricotta. Poi la folgorazione: li ho tagliati a fettine e infornati una decina di minuti nel fornetto a 180°.
 
Sono usciti dei biscotti buonissimi, uguali a quelli che si comprano nei panifici. Una sorta di pan dolce aromatizzato all'anice.

Lasciatevi tentare... spalmate sopra una crema di pistacchio e ...

...e scusate.... io vado a impastare, ne devo preparare assolutamente altri!!!

martedì 21 ottobre 2014

Abaceni (biscotti di cuddura)

Gli "Abaceni" sono dei biscotti di pasta frolla buonissimi tipici di Tripi, paesino siciliano sui monti Nebrodi in provincia di Messina. L'impasto di questi biscotti è lo stesso che si utilizza per i " cuddura con l'uovo tripiciani" (ciambelle con sopra l'uovo sodo) e infatti in realtà si preparano soprattutto in casa durante il periodo pasquale. Ma per dare la ricetta non posso certo aspettare Pasqua.... deve ancora arrivare Natale!

Ingredienti per circa due chili di biscotti: 10 tuorli più due uova intere, mezzo chilo di zucchero, 250 grammi di strutto da sciogliere a bagnomaria, 5 bustine di vaniglia, 2 o 3 limoni (scorza grattugiata), un chilo di farina.
Procedimento: impastare preferibilmente con le mani le uova con lo zucchero (le uova non devono montare e io ho usato a velocità bassa il gancio k della planetaria), aggiungere la vaniglia, la scorza del limone, lo strutto a temperatura non alta. Aggiungere infine la farina e impastare fino a ottenere un impasto simile alla frolla. Far riposare il composto per circa trenta minuti (non nel frigo). Lavorare l'impasto ottenendo delle strisce lunghe circa dieci/venti centimetri e spesse un dito. Pizzicare con i rebbi della forchetta qua e la e dare la tipica forma arrotolando esternamente solo una estremità. Se vedete le foto è più semplice...

Porre i biscotti su una teglia unta di strutto. Infornare a 180° (non ventilato) per circa 10/15 minuti. Attenzione a non farli indurire troppo.

Un ringraziamento è d'obbligo. Questa ricetta mi è stata gentilmente fornita dal mio caro collega di stanza Antonio. E con un bel vassoio di Abaceni, preparati da sue amiche di Tripi, una mattina in ufficio ci abbiamo fatto colazione! Grazie!

domenica 6 luglio 2014

Cous cous di pesce alla trapanese

Quanti anni sono che ho il blog? Quasi sei? Indecente che non abbia ancora pubblicato uno dei miei piatti preferiti in assoluto. Certo, non tanto per la complessità quanto per la lungaggine, il couscous con la zuppa di pesce non è certo una pietanza che si prepara spesso... ma una volta fatto, quanto ne vale la pena da uno a dieci? Un milione!

Soddisfatta e felice anche perchè era mia intento farvi vedere con un piccolo video e alcune foto i passaggi principali per incocciare il couscous e non utilizzare quindi quello precotto che sarà pure versatile ma non è assolutamente la stessa cosa! Incocciare il couscous non è cosa difficile quanto lunga, così come lunga è la cottura. Se volete servirlo a pranzo cominciate quindi al mattino a incocciare. Vi presento la semola

Ingredienti per quattro persone: 600 grammi di semola per couscous, un poco di acqua con dentro sciolta la punta di un cucchiaino di zafferano in polvere. olio extravergine d'oliva q.b.
Ingredienti per la zuppa di pesce: 600 grammi di pomodoro rosso a grappolo, mezza cipolla, prezzemolo tritato, quattro pesci piccoli per zuppa (scorfano, sarago...), un pesce non da zuppa (orata, merluzzo, spigola...), mezzo chilo tra calamaro, gambero sgusciato, polpa di pesce spada, polpa di salmone, scampi, cozze e vongole sgusciate (io ho preso, freschissimo naturalmente, il preparato per risotto che vendono in pescheria). Aromi come mandorle, foglie di alloro, un paio di chiodi di garofano e per guarnire gamberi, cozze e vongole intere. Sale e peperoncino q.b.
Ore 10:00 - Procedimento incocciatura: spargete in un'ampia ciotola (preferibilmente di terracotta) non tanto profonda dell'olio extravergine (foto 1), unite una manciata di semola (foto 2), aggiungete un poco di acqua e zafferano (foto 3) e con le punta delle dita miscelare il tutto con movimenti circolari muovendosi per tutta la superficie della ciotola. 

Lavorate per un paio di minuti incocciando i grani di semola. Il cous cous che si va incocciando non deve essere al tatto ne troppo umido ne troppo asciutto. Quando pensate che abbia la consistenza giusta ponete in un asciugamano pulito e continuate con altra semola fino a finirla tutta. 

Appena avrete finito tutta la semola riunite tutto il couscous preparato e lavoratelo con le mani per sgranarlo e uniformarlo

Eccolo pronto per essere cotto a vapore.

Ore 10:30: Preparate quindi una vaporiera (andrà bene ugualmente al posto della couscoussiera) mettendo nell'acqua un paio di foglie di alloro. Se i fori non sono molto grandi ponete sul fondo delle foglie di alloro per coprire i buchi altrimenti utilizzate un pezzo di stoffa molto molto sottile sciacquato con acqua corrente per togliere eventuali residui di detersivo. Cuocere quindi per due ore sgranando i chicchi ogni mezz'ora circa. Appena pronto condire con olio, sale e mandorle tritate. Tenetelo al caldo in un contenitore possibilmente di terracotta. 
Ore 10:45 - A questo punto prepariamo la zuppa: in una pentola soffriggere in olio extravergine la cipolla tagliata finemente insieme a un paio di cucchiai di prezzemolo tritato. Appena pronto unire il pomodoro da salsa, quindi ben maturo, tagliato a metà. Cuocere per circa venti minuti. Appena ben appassito passare con passa pomodoro (o passa verdure che è la stessa cosa). Unire il doppio del suo peso di acqua e sia il pesce da brodo che l'altro pesce (naturalmente eviscerato). Fate cuocere per circa quindici minuti. A fine cottura aggiungete un battuto di prezzemolo e uno spicchio di aglio. A questo punto togliere il pesce "non da brodo" e pulirlo prendendone la polpa che terrete da parte. Tutto il resto va passato con il passaverdure (eliminate soltanto le teste e la spina centrale del pesce da brodo che altrimenti vi si inceppa l'arnese...!). Le spine e le squame del pesce non passeranno ma passerà soltanto la polpa del pesce che darà un sapore unico alla vostra zuppa. Riponete sul fuoco e appena raggiunge l'ebollizione aggiungere le mandorle battute grossolanamente, cozze, le vongole, i gamberetti, la polpa di spada e salmone, gli scampi il calamaro tagliato a rondelle molto sottili. Unite anche i gamberi, le cozze e le vongole intere. Serviranno per poi decorare il piatto. Fate cuocere per circa dieci minuti e regolate di sale e peperoncino. La zuppa è pronta... è quasi mezzo giorno!

Ore 13:00 - Servite il cous cous adagiando per ogni piatto i molluschi e il pesce (prendeteli con una schiumarola dal brodo e aggiungete anche i tranci di pesce tenuto da parte) e allungate secondo gusto con il brodo di pesce.

Infine, per gli amanti dei sapori piccanti come me, sciogliete in un poco di brodo del peperoncino o della harissa e condite. E non dimenticare di guarnire con un battuto di mandorle e prezzemolo fresco tritato.
Che dire... una intera mattina passata ai fornelli ma il sapore è ineguagliabile. 
Per questa ricetta devo ringraziare la mia amica e collega Barbara e naturalmente la mia mamma che ha carpito i segreti dell'incocciatura del couscous da una anziana signora a San Vito Lo Capo...

sabato 3 maggio 2014

I pitoni messinesi di Graziella

Nel post dove vi parlavo della mia Pasqua vi raccontavo di una bella storia di amicizia che non ha conosciuto distanze ne tempo. Questa ricetta è messinese come messinese è Graziella, l'amica di mamma che li faceva ogni volta che si andava a trovare lei e la sua famiglia. Sofficissimi e buonissimi, i pitoni messinesi sono dei calzoni ripieni con scarola riccia, acciuga, caciocavallo e pomodoro. E in occasione del recente incontro la mia mamma si è fatta dare la ricetta per poterli rifare anche a Palermo.
 
Ingredienti: mezzo chilo di farina 00, un pizzico di sale, un pizzico di zucchero, un cubetto di lievito di birra, 3 cucchiai di olio, acqua quanto basta. Per la farcitura: scarola riccia, cacio cavallo semi stagionato, pomodorini e filetti di acciuga. Con queste dosi vengono circa 9/10 pitoni.
Procedimento: impastare il tutto lavorandolo bene a mano o in planetaria finchè l'impasto non sarà liscio, lucido, elastico e non si attaccherà alle mani. Formare dei panetti (10) gia' staccati, fare lievitare fino al raddoppio.

Stendere i panetti col mattarello e formare dei dischetti, farcire con scarola riccia lavata e asciutta con un panno, un pezzetto generoso di caciocavallo, un pomodorino tagliato a fettine, un pezzetto d'acciuga. Chiudere il dischetto sigillando per bene i bordi. Fare lievitare ancora 10 minuti, non di piu' altrimenti si bagna la pasta sottostante al pitone e poi si hanno problemi durante la frittura.
 
Friggere in abbondante olio di semi caldo e fate intiepidire prima di mangiare. A meno che non siete sadici e volete bruciarvi la lingua!

E finalmente anche questa ricetta con i segreti della sua bontà è stata opportunamente "rubata e archiviata"...

domenica 27 aprile 2014

Brioches siciliane "col tuppo"

Tra le cose più semplici, conosciute e particolari da mangiare in Sicilia ci sono le famose brioches col tuppo. Morbide e profumate vengono mangiate a tutte le ore: a Palermo la tagliamo a metà e la serviamo con il gelato, nella provincia di Messina è servita in accompagnamento alle famose granite; negli zaini dei bimbi si trova facilmente spalmata con Nutella e malgrado la tendenza dolce dell'impasto vengono utilizzate anche con  una bella fetta di prosciutto e formaggio! Un buon motivo per provare a farle quindi soprattutto se non siete siciliani e non avete la possibilità di trovarle facilmente in un panificio. Io vi lascio la mia ricetta che ho scovato qua

Ingredienti: 300 grammi di farina 00, 200 grammi di manitoba, 15 grammi di lievito di birra, 3 uova grandi, 180 grammi di burro morbido, 80 ml di latte, 80 grammi di zucchero, 1 cucchiaio e mezzo di miele, 18 ml di rum, 1 bustina di vanillina, 1 fialetta di aroma arancia, 8 grammi di sale. Per spennellare la superficie: 1 tuorlo d'uovo e panna.
Procedimento: vi do i miei tempi di lievitazione e quindi...
ore 19: sciogliete il lievito nel latte appena tiepido e aggiungete a tutti gli altri ingredienti riuniti nella ciotola della planetaria. Impastate fino a incordare per bene. Oppure impastate a mano con tanto di olio di gomito. Appena avrete un impasto liscio e omogeneo mettete in una ciotola al coperto a lievitare per 2 ore.
ore 21: sigillare per bene l'impasto con pellicola e porre in frigo per tutta la notte
Ore 10: prelevare l'impasto e lavorare qualche minuto. Stendere su una teglia un foglio di carta forno e con l'impasto creare con le mani delle palline di circa 75 grammi ma la grandezza è comunque facoltativa.  Se volete delle brioches perfette lavorate l'impasto con le mani e stringendolo fatelo fuoriuscire dall'incavo della mano tra il pollice e l'indice. Inserite dentro la pallina stessa l'impasto in eccesso. Al centro delle palline creare un fosso. Tenete un poco di impasto per i "tuppi"(circa 15 grammi per tuppino che creerete come spiegato sopra). Adagiare il tuppino dentro l'incavo della brioches e lasciare lievitare 2 ore dentro il forno spento. Quando adagiate nella teglia le vostre brioches abbiate l'accortezza di distanziarle di almeno 5 cm circa. Dopo la lievitazione pennellate con una miscela di tuorlo d'uovo battuto e panna.
Ore 12: riscaldate il forno al massimo. Infornate le brioches e abbassate la caloria a 180°. Cuocere per circa 25 minuti e comunque fino a che non saranno diventate di un bel colore d'oro... d'oro come il sole della Sicilia...


E a proposito di Sicilia.... leggete un poco qui che il prossimo post commentiamo per bene....
Master Foodie Catania.... ci sono anche io




mercoledì 26 marzo 2014

Risotto primavera (fave, carciofi e piselli)

Un incanto di sapori e di dolcezza che ci annuncia l'arrivo della primavera con i suoi prodotti freschi e tutti rigorosamente di stagione: pomodoro, fave, piselli, carciofi e finocchietto
 
Ingredienti per quattro: tre pomodori maturi a grappolo, olio extravergine, mezza cipolla, 350 grammi di riso, 3 carciofi, un chilo di fave da sbucciare, un chilo di piselli da sbucciare, un mazzettino di finocchietto selvatico, sale e pepe.

 
Procedimento: prendere vostro marito e metterlo a sbucciare tutto il pomeriggio le fave e i piselli. Pulire il finocchietto e tagliarlo finemente. Pulire i carciofi, tagliarli a spicchi e tenerli in acqua e limone fino al loro utilizzo. Fare appassire in una padella una parte della cipolla tritata finemente, aggiungere il finocchietto, poi i carciofi e rigirare delicatamente con un cucchiaio di legno facendo cuocere nell'acqua di vegetazione. Aggiungere quindi i piselli e infine le fave, private oltre che della prima buccia anche della seconda. Fate cuocere a fiamma lenta fino alla quasi cottura delle verdure. In un tegame a parte  stufare la cipolla tagliata finemente con l'olio e appena bionda con un goccio di acqua. Appena asciugata unire il riso per tostarlo e la polpa del pomodoro grattugiata. Aggiungere le verdure (che finiranno di cuocere con il riso) e l'acqua fino a coprire a filo il riso. Cuocere come un normale risotto rigirando di tanto in tanto delicatamente fino a cottura. Se c'è bisogno aggiungete altra acqua. Regolate di sale e pepe e servite. Ecco a voi...la primavera nel piatto...

mercoledì 22 gennaio 2014

Polpette di sarde alla palermitana

Polpette di sarde....alla palermitana! Specifico perchè esiste anche una versione catanese che non prevede l'aggiunta della salsa di pomodoro. Ottime entrambe le ricette ma solamente per chi ama sapori forti e decisi e soprattutto per chi ama le sarde. 

Ingredienti: 300 grammi di sarde pulite pulite che non deve esserci neanche una spina, 70 grammi circa di caciocavallo, 30 grammi circa di pangrattato, un uovo, una manciata di passoline e pinoli, foglie di menta, un pizzico di sale, un pizzico di pepe. Salsa di pomodoro fresca o in alternativa 600 ml di passata di pomodoro e un pezzetto di cipolla. Olio extravergine d'oliva
Ingredienti: Preparate una buona salsa di pomodoro e se non ne avete l'opportunità soffriggete un pezzetto di cipolla in olio e fate insaporire la passata di pomodoro comprata pronta (scusate se vi confesso che io proprio non riesco a mangiarla tranne in pochissimi casi tipo la salsa di ciliegino....). Nel frattempo impastate le sarde (sminuzzate con le mani) con l'uovo battuto, il caciocavallo grattugiato, il pangrattato, passoline, pinoli, sale, pepe e menta. Regolate la consistenza aggiungendo eventualmente formaggio caciocavallo. Cercate di ridurre il più possibile in poltiglia e mi raccomando di togliere dalle sarde quante più spine potete. Creare delle polpette e friggerle in olio extravergine d'oliva rosolandole per bene.  Scolarle dall'eccesso di olio e farle cuocere altri 15 minuti circa nella salsa di pomodoro insaporita con qualche foglia di menta. Il vostro piatto palermitano è pronto per essere gustato...e siccome la Sicilia è una terra "forte" aspettatevi un gusto particolarmente deciso...
Se volete provare la versione catanese non dovete fare altro che ... non aggiungere la salsa di pomodoro e mangiarle semplicemente fritte. In questo caso si prestano anche come finger food!

P.S. 
Un collega di stanza, lo stesso che mi ha passato la ricetta degli gnocchi di melanzana, mi suggerisce di aggiungere nell'impasto la scorza grattugiata di limone o arancia...e siccome di lui mi fido...la prossima volta proverò anche io questa piccola variante.