Quando nasce un bimbo, tutti più o meno abbiamo cercato di individuare somiglianze con i genitori, nonni, zii e parenti vari. Scrutiamo bocca, naso, mani in cerca di caratteristiche fisiche evidenti ereditate dal piccoletto/a. Solo crescendo cominciano a deliniarsi, oltre che i tratti somatici ereditati anche certi aspetti del carattere, alcuni gusti personali e anche alcune passioni: qualcosa quindi di più profondo e di magico che ci lega ai nostri antenati e che solo la genetica può spiegare. A volte non colleghiamo subito una nostra innata passione ai nostri nonni, ma dopo tempo, magari aprendo una vecchia valigia e trovando le loro foto così come è capitato a me! Sono sempre stata attratta dalla Marina e dal suo mondo fatto di bianco e di azzurro, di simboli come le ancore e rose dei venti, di odore di mare e di cieli stellati osservati in mezzo al mare di notte, durante le lunghe partenze!
Nel post in cui vi davo la ricetta della crostata di fichi e mandorle vi parlavo già dell'eredità golosa tramandatami da mio nonno Angelo per i fichi e della irresistibile voglia di mangiarli sotto un albero appena raccolti. Eccolo mio nonno, classe 1916. Questa foto è stata scattata durante il servizio di leva nel 1938: era un marinaio della Regia Marina Militare. Dalla foto non si vedono i suoi occhi azzurro mare.
Immancabile dedica alla famiglia
Romanticissima e un poco timida dedica alla fidanzata... mia nonna Elena
Io ho sempre adorato le storie di famiglia ma purtroppo mio nonno era restìo a raccontarmi aneddoti avvenuti durante il periodo di guerra. Periodo non facile per lui avendo perso in pochi anni la moglie (38 anni), una figlia di due anni e il padre. Una volta riuscii a estirpargli se al referendum del 1946 avesse votato per la Repubblica o la Monarchia. Me lo disse all'orecchio per non farlo sentire e questo è un segreto che rimarrà tra me e lui! Mio nonno nella vita comunque non lavorò in marina ma diventò impiegato comunale!
Il papà di mio nonno Angelo è il mio bisnonno Giuseppe, classe 1889, anche lui in divisa della Regia Marina Militare, qui con il grado di secondo capo furiere. Morì durante la seconda guerra mondiale... Non so molto di lui, purtroppo!
Quanto fascino in queste foto, le guardo e riguardo e ne rimango incantata e rapita. Se venti anni fa il servizio di leva fosse stato aperto alle donne forse adesso sarei un marinaio anche io! A volte invece il destino si diverte ... fa giri, contro giri e voli pindarici... e mi lascia a guardare soltanto vecchie foto! Com'è strana la vita: per la cronaca faccio ugualmente lo stesso lavoro di mio nonno: ma impiegata al Comune! Era destino, in un modo o in un altro...Corsi e ricorsi storici.....
Non vi lascio senza ricetta ma ve ne lascio una molto simile alla precedente crostata di fichi e mandorle. L'unico cambiamento è nella farina e nel colore dei fichi.
Ingredienti per la crosta dia 26:
130 grammi di farina 00, 30 grammi di farina di grano saraceno, 113 grammi di burro freddo, mezzo cucchiaino di
sale, mezzo cucchiaino di zucchero, circa tre cucchiai di acqua fredda.
Ingredienti per il ripieno:
100 grammi di mandorle pelate, 40 grammi di burro morbido, un uovo, 75
grammi di zucchero, un pizzico di sale, due cucchiaini di farina bianca.
Per la copertura: fichi neri e qualche goccia di limone. Un uovo battuto per pennellare la crosta.
Procedimento per la crosta:
mettere tutti gli ingredienti (burro freddo tagliato a pezzetti) in
planetaria o in un robot da cucina e aggiungere i tre cucchiai di acqua
fredda a poco a poco. Serve per far stare il composto insieme quindi
potrebbero bastarne due oppure quattro, non di più. Chiudere l'impasto
con pellicola e porlo in frigo per un paio di ore. Riprenderlo e
stenderlo su un foglio di carta forno del diametro 28. Ripiegando poi i
bordi di due centimetri diventerà poi dia 26.
Procedimento per la crema:
frullare le mandorle insieme allo zucchero fino a ottenere una polvere.
Aggiungere tutti gli altri ingredienti e frullare per bene. La crema
ottenuta spalmarla sull'impasto avendo cura di lasciare un paio di
centimetri dal bordo.
Distribuire
uniformemente i fichi tagliati a fettine con tutta la buccia ben pulita
(naturalmente solo se siete sicuri della proveienza bio dei fichi,
altrimenti meglio toglierla), pennellateli con qualche goccia di succo
di limone e ripiegate i bordi della crostata. Pennellate con uovo
battuto i bordi. Trasferite
delicatamente la crostata sulla piastra nera del forno e infornate a 180
° (forno preriscaldato) per mezz'ora. Se la crostata la inserite dentro una tortiera allora usate non la piastra nera ma la grigia per far passare meglio il calore. Abbassate a 170° e continuate a
cuocere per un'altra mezz'ora. Prima di spegnere il forno controllate
che i bordi siano ben dorati. In genere per me occorrono altri 10 minuti
circa affinchè assuma un bel colore. Come tutte le crostate si mangia fredda.
Queste le passioni ereditate dai miei nonni paterni... e dal mio nonno materno? Ve lo racconto la prossima volta! Vi anticipo soltanto che è una passione che fa "tumplemple...tumplemple"...