sabato 27 settembre 2014

La Regia Marina Militare, foto di famiglia, corsi e ricorsi storici e una crostata al grano saraceno con fichi e mandorle!

Quando nasce un bimbo, tutti più o meno abbiamo cercato di individuare somiglianze con i genitori, nonni, zii e parenti vari. Scrutiamo bocca, naso, mani in cerca di caratteristiche fisiche evidenti ereditate dal piccoletto/a. Solo crescendo cominciano a deliniarsi, oltre che i tratti somatici ereditati anche certi aspetti del carattere, alcuni gusti personali e anche alcune passioni: qualcosa quindi di più profondo e di magico che ci lega ai nostri antenati e che solo la genetica può spiegare. A volte non colleghiamo subito una nostra innata passione ai nostri nonni, ma dopo tempo, magari aprendo una vecchia valigia e trovando le loro foto così come è capitato a me! Sono sempre stata attratta dalla Marina e dal suo mondo fatto di bianco e di azzurro, di simboli come le ancore e rose dei venti, di odore di mare e di cieli stellati osservati in mezzo al mare di notte, durante le lunghe partenze!
Nel post in cui vi davo la ricetta della crostata di fichi e mandorle vi parlavo già dell'eredità golosa tramandatami da mio nonno Angelo per i fichi e della irresistibile voglia di mangiarli sotto un albero appena raccolti. Eccolo mio nonno, classe 1916. Questa foto è stata scattata durante il servizio di leva nel 1938: era un marinaio della Regia Marina Militare. Dalla foto non si vedono i suoi occhi azzurro mare.

 


 Immancabile dedica alla famiglia

 Romanticissima e un poco timida dedica alla fidanzata... mia nonna Elena

Io ho sempre adorato le storie di famiglia ma purtroppo mio nonno era restìo a raccontarmi aneddoti avvenuti durante il periodo di guerra. Periodo non facile per lui avendo perso in pochi anni la moglie (38 anni), una figlia di due anni e il padre. Una volta riuscii a estirpargli se al referendum del 1946 avesse votato per la Repubblica o la Monarchia. Me lo disse all'orecchio per non farlo sentire e questo è un segreto che rimarrà tra me e lui! Mio nonno nella vita comunque non lavorò in marina ma diventò impiegato comunale!
Il papà di mio nonno Angelo è il mio bisnonno Giuseppe,  classe 1889, anche lui in divisa della Regia Marina Militare, qui con il grado di secondo capo furiere. Morì durante la seconda guerra mondiale... Non so molto di lui, purtroppo!

Quanto fascino in queste foto, le guardo e riguardo e ne rimango incantata e rapita. Se venti anni fa il servizio di leva fosse stato aperto alle donne forse adesso sarei un marinaio anche io! A volte invece il destino si diverte ... fa giri, contro giri e voli pindarici... e mi lascia a guardare soltanto vecchie foto! Com'è strana la vita: per la cronaca faccio ugualmente lo stesso lavoro di mio nonno: ma impiegata al Comune! Era destino, in un modo o in un altro...Corsi e ricorsi storici.....

Non vi lascio senza ricetta ma ve ne lascio una molto simile alla precedente crostata di fichi e mandorle. L'unico cambiamento è nella farina e nel colore dei fichi.
Ingredienti per la crosta dia 26: 130 grammi di farina 00, 30 grammi di farina di grano saraceno, 113 grammi di burro freddo, mezzo cucchiaino di sale, mezzo cucchiaino di zucchero, circa tre cucchiai di acqua fredda.
Ingredienti per il ripieno: 100 grammi di mandorle pelate, 40 grammi di burro morbido, un uovo, 75 grammi di zucchero, un pizzico di sale, due cucchiaini di farina bianca. Per la copertura: fichi  neri e qualche goccia di limone. Un uovo battuto per pennellare la crosta.

Procedimento per la crosta: mettere tutti gli ingredienti (burro freddo tagliato a pezzetti) in planetaria o in un robot da cucina e aggiungere i tre cucchiai di acqua fredda a poco a poco. Serve per far stare il composto insieme quindi potrebbero bastarne due oppure quattro, non di più. Chiudere l'impasto con pellicola e porlo in frigo per un paio di ore. Riprenderlo e stenderlo su un foglio di carta forno del diametro 28. Ripiegando poi i bordi di due centimetri diventerà poi dia 26.
Procedimento per la crema: frullare le mandorle insieme allo zucchero fino a ottenere una polvere. Aggiungere tutti gli altri ingredienti e frullare per bene. La crema ottenuta spalmarla sull'impasto avendo cura di lasciare un paio di centimetri dal bordo.
Distribuire uniformemente i fichi tagliati a fettine con tutta la buccia ben pulita (naturalmente solo se siete sicuri della proveienza bio dei fichi, altrimenti meglio toglierla), pennellateli con qualche goccia di succo di limone e ripiegate i bordi della crostata. Pennellate con uovo battuto i bordi. Trasferite delicatamente la crostata sulla piastra nera del forno e infornate a 180 ° (forno preriscaldato) per mezz'ora. Se la crostata la inserite dentro una tortiera allora usate non la piastra nera ma la grigia per far passare meglio il calore. Abbassate a 170° e continuate a cuocere per un'altra mezz'ora. Prima di spegnere il forno controllate che i bordi siano ben dorati. In genere per me occorrono altri 10 minuti circa affinchè assuma un bel colore. Come tutte le crostate si mangia fredda.

Queste le passioni ereditate dai miei nonni paterni... e dal mio nonno materno? Ve lo racconto la prossima volta! Vi anticipo soltanto che è una passione che fa "tumplemple...tumplemple"...

lunedì 15 settembre 2014

Crostatine di riso al latte per l'MTChallenge

Quando questa estate  mia mamma ha preparato queste crostatine di riso certo non pensavo che potessero diventare le protagoniste dell'MTChallenge di settembre! Quale l'ingrediente scelto? Il riso! Quale tra le cotture prescelte per preparare la ricetta? Cottura al latte! E sia! Gli elementi ci sono tutti e soprattutto la bontà! Le ha assaggiate in toscana in occasione di un suo soggiorno a Lucca e se ne è innamorata a tal punto di cercare di riprodurle fedelmente. Io non ho assaggiato le originali ma vi assicuro che queste meritano davvero. Brava la mia mamma come sempre

Ingredienti per la frolla: 300 grammi di farina, 150 di burro (ammorbidito), 100 grammi di zucchero, 2 tuorli d'uovo, 2 cucchiai di latte, un pizzico di lievito per dolci, scorza grattugiata di limone e un pizzico di sale.
Ingredienti per il ripieno: 100 grammi di riso Roma, mezzo litro di latte, due tuorli, 100 grammi di zucchero, scorza di limone.
Procedimento per la frolla: montare per bene il burro con lo zucchero e il pizzico di sale. Appena ben spumosi aggiungere i tuorli uno alla volta fino a quando incorporati unire la farina setacciata con il liedito e la scorza grattugiata.  Porre in frigo un'ora circa.

Procediemento per il ripieno di riso: scottare il riso per un minuto in acqua bollente, scolarlo e sciacquarlo sotto il getto di acqua fredda. A questo punto porlo in pentola con latte bollente con la scorza e lo zucchero e farlo cuocere per circa mezz'ora a fiamma moderata. Quando tutto il latte sarà assorbito spegnere, lasciare intiepidire, togliere la scorza del limone e aggiungere i tuorli mantecando velocemente per amalgamare il tutto. 
Stendere la frolla dentro gli stampi delle crostatine, imburrate e infarinate, aggiungere il ripieno del riso e infornare a 180 gradi per circa venti minuti. Sformare solo quando fredde.

Una sana e genuina merenda che ha conquistato grandi e piccini e che con molto piacere "regalo" all'MTchallenge!
Un suggerimento: ho provato a rifare questo dolce non con lo stampo delle crostatine ma con gli stampini dei muffin quindi più profondi. Viene molto molto più buono perchè c'è più riso da potere mettere!



lunedì 8 settembre 2014

Pollo alle mandorle... con un pizzico di Sicilia!

Il pollo alle mandorle, insieme al pollo al limone, è uno dei piatti della cucina cinese più apprezzato e conosciuto in occidente. Forse perchè i sapori, miscelandosi tra loro in maniera "delicata", non eccessivamente orientali, incontrano davvero l'entusiasmo di tutti. Persino di mio figlio Davide che ne ha fatto scorpacciata gasato anche dalla novità di mangiarlo con le bacchette! La ricetta che mi ha convinto è tratta da qua, io ho modificato leggermente....inserendo un pizzico di Sicilia.... giusto un bicchierino....

Ingredienti: 400 grammi di bocconcini di pollo, 100 grammi di mandorle pelate, 1/2 cipolla, farina di riso q.b., olio extravergine d'oliva (Dante) , 50 ml di salsa di soia, mezzo bicchiere di vino zibibbo (in alternativa vino bianco o brandy), zenzero fresco.
Procedimento: tostare in una padella brevemente le mandorle e tenerle da parte. Passare nella farina di riso i bocconcini di pollo e tenere da parte. In un wok o comunque un'ampia padella scaldare l'olio e rosolare la cipolla tagliata finemente insieme a un pezzetto di zenzero grattugiato. Unire i bocconcini di pollo, sfumare con il vino zibibbo (questa è chiaramente una mia licenza) e farli saltare per una decina di minuti.

Appena sono ben rosolati aggiungere le mandorle e una miscela di salsa di soia con acqua (io ho dosato 50 ml di soia e 30 ml di acqua) e fare cuocere ancora altri cinque minuti finchè la salsa non sarà ben densa e cremosa. Non salare perchè la salsa di soia è già gustosa, poi regolatevi secondo vostro gusto!

Questo è il tipico piatto che con poco tempo e pochi ingredienti fa davvero una bellissima figura... e soprattutto è buonissimo!


giovedì 4 settembre 2014

Frittata con cipolla rossa e nduja calabrese del compare Bonifacio

Il mio blog, grazie a un caro amico di famiglia di origini calabresi, ogni anno in estate si impreziosisce di ricette calabre. Perchè proprio in estate è presto detto. Per tradizione il 18 agosto, giorno di Santa Elena e quindi in cui festeggio il mio onomastico, con la mia famiglia sono ospite a cena dalla famiglia Bonifacio, nella loro deliziosa e accogliente casa di campagna. In questa occasione il compare Luigi da prova del meglio di se in cucina. E quindi dopo le melanzane ripiene e gli spaghetti con la nduja è la volta della frittata con cipolla rossa e l'immancabile nduja. Una ricetta degna delle precenti. Perchè il compare Bonifacio, di anno in anno, non delude mai!

Ingredienti: quattro uova, una cipolla rossa di tropea, due cucchiai di formaggio piccante tipo caciocavallo o pecorino, un pezzetto di nduja, olio per friggere (Dante).
Procedimento: In una ampia padella appassire in olio d'oliva la cipolla tagliata a fettine sottili, fiamma dolce per dar modo alla cipolla di cuocersi per bene e non di bruciarsi. A parte battere le uova e aggiungere il formaggio piccante grattugiato. Se volete una frittata più consistente aggiungete un cucchiaio di pan grattato. Appena la cipolla sarà ben cotta aggiungere la nduja (quantità a piacere e secondo quanto amate il gusto piccante, comunque mezzo cucchiaio andrà bene). Scioglierla per bene e aggiungere il composto delle uova.

Friggere per bene  da entrambi i lati come una normalissima frittata. Per gusto personale preferisco mangiare le frittate a temperatura ambiente.... Buonissima! E un altra ricetta calabrese è stata conquistata!


lunedì 1 settembre 2014

Crostata di fichi bianchi e crema di mandorle

Buongiorno e buon inizio di settembre. Come promesso eccomi di ritorno dopo un mese di "silenzio stampa". Un mese non propriamente di riposo ma anzi abbastanza proficuo in quanto ho avuto modo sia di preparare e sperimentare tante ricette nuove che di migliorarmi nelle fotografie grazie alla scoperta di Pinterest. Rimango sempre una ragazza senza "ne arte ne parte"  che senza tante pretese, ogni tanto e con tanta buona volontà si toglie i panni di impiegata e di mamma e diventa foodblogger: mi metto ai fornelli, munita di macchina fotografica e trascorro serenamente un paio di ore. Che poi sempre per la famiglia si lavora e si crea! Senza perdermi in chiacchere passo a darvi la ricetta di oggi, una ricetta che prevede l'uso di un frutto estivo, i fichi, di cui purtroppo ne vado ghiotta. Eredità "golosa" tramandatami da mio nonno Angelo che ogni estate, quando si andava a trovare amici in campagna,  "spariva" per poi ritrovarlo puntualmente sotto un albero di fico intento a raccoglierne qualcuno per mangiarlo indisturbato! A proposito di mio nonno Angelo e di suo padre (il mio bisnonno Giuseppe), nel prossimo post vi mostrerò alcune foto d'epoca in divisa... e vi svelo un'altra mia passione...

Questa crostata è una magia, come la stessa Stefania la definisce e io non posso che confermare avendola preparata già quattro volte e sempre con enorme successo. Queste sono soddisfazioni... e qualcosa mi suggerisce che finchè ci saranno fichi, ci saranno crostate!
Ingredienti per la crosta dia 26: 160 grammi di farina, 113 grammi di burro freddo, mezzo cucchiaino di sale, mezzo cucchiaino di zucchero, circa tre cucchiai di acqua fredda.
Ingredienti per il ripieno: 100 grammi di mandorle pelate, 40 grammi di burro morbido, un uovo, 75 grammi di zucchero, un pizzico di sale, due cucchiaini di farina bianca. Per la copertura: fichi (bianchi o neri) e qualche goccia di limone. Un uovo battuto per pennellare la crosta.

Procedimento per la crosta: mettere tutti gli ingredienti (burro freddo tagliato a pezzetti) in planetaria o in un robot da cucina e aggiungere i tre cucchiai di acqua fredda a poco a poco. Serve per far stare il composto insieme quindi potrebbero bastarne due oppure quattro, non di più. Chiudere l'impasto con pellicola e porlo in frigo per un paio di ore. Riprenderlo e stenderlo su un foglio di carta forno del diametro 28. Ripiegando poi i bordi di due centimetri diventerà poi dia 26

Procedimento per la crema: frullare le mandorle insieme allo zucchero fino a ottenere una polvere. Aggiungere tutti gli altri ingredienti e frullare per bene. La crema ottenuta spalmarla sull'impasto avendo cura di lasciare un paio di centimetri dal bordo.

Distribuire uniformemente i fichi tagliati a fettine con tutta la buccia ben pulita (naturalmente solo se siete sicuri della proveienza bio dei fichi, altrimenti meglio toglierla), pennellateli con qualche goccia di succo di limone e ripiegate i bordi della crostata. Pennellate con uovo battuto i bordi.

Trasferite delicatamente la crostata sulla piastra nera del forno e infornate a 180 ° (forno preriscaldato) per mezz'ora. Abbassate a 170° e continuate a cuocere per un'altra mezz'ora. Prima di spegnere il forno controllate che i bordi siano ben dorati. In genere per me occorrono altri 10 minuti circa affinchè assuma un bel colore. 

Non vi resta che farla raffreddare e lasciarvi conquistare dalla bontà di questa crostata e dalla scioglievolezza dell'impasto .... certe cose non si spiegano a parole, bisogna solo provare... Stefania, sei un mito!