
A un paio si è divertito a dargli la forma di un fiore con una formina che avevamo già...



A un paio si è divertito a dargli la forma di un fiore con una formina che avevamo già...


Questi gli ingredienti: 200 grammi di amido, 300 grammi di farina, 40 grammi di zucchero, 75 grammi di burro fuso, 2 tuorli d'uovo, un pizzico di sale, un bicchiere di vino bianco o marsala..ed ecco la foto...viva la pubblicità!!
Impastate per bene e formate un bel composto omogeneo come questo...
Stendete una sfoglia sottile...
Con una rondellina ( o un coltello) tagliate tante striscette larghe circa due centimetri...
e friggetele in olio di semi di mais...quello buono...

La Sagra del Mandorlo in Fiore nasce nel 1934 a Naro da un'idea del Conte Dott. Alfonso Gaetani, lo scopo era quello di esaltare la primavera agrigentina fornendo una strumento per il lancio e la commercializzazione di alcuni prodotti tipici siciliani. Durante la giornata dedicata alla festa tutto si fermava e sembrava che la "valle del Paradiso" (la valle sottostante il paese di Naro) fosse incantata dalla nube bianca dei fiori di mandorlo, una magia che si ripeteva ogni anno in primavera. Fu lo stesso Conte Gaetani che, rendendosi conto delle prospettive che una magia simile poteva offrire, decise di trasferire la Sagra ad Agrigento, dove avrebbe potuto avere una maggiore risonanza, e mostrare questo splendido spettacolo a tutta l'intera provincia agrigentina.
Il rito dell'accensione del tripode dell'amicizia nasce nel 1956, anno in cui dalla Grecia giunge ad Agrigento, via Brindisi, la torcia olimpica accesa sul Partenone dal sindaco di Atene. La sacra fiamma servirà ad accendere un artistico tripode allestito per l'occasione dinanzi al Tempio della Concordia. Dalla tredicesima edizione la cerimonia della Fiaccola dell'amicizia sarà rispettata ogni anno e segnerà l'inizio della Sagra.



Dai primi esordi spensierati e lieti nella Valle del Paradiso a Naro la Sagra del Mandorlo in fiore giunge ad Agrigento dove assume un aspetto diverso folklorico-musicale, soprattutto con l'introduzione del Festival internazionale del Folklore, ma mantiene sempre vivo il sentimento di gioia e di spensieratezza che il conte Gaetani aveva pensato di trasmettere almeno per un giorno all'anno.
Le foto che ho mostrato in questo post riguardano la sagra che si è svolta quest'anno e sono state scattate da mio cognato Danilo e da Fabio Mollica, mentre per la ricostruzione della storia mi sono avvalsa interamente delle notizie tratte dal sito http://www.mandorloinfiore.net./.
E adesso, traendo spunto dai colori vivaci dei carretti siciliani, vi suggerisco una ricetta semplice e molto veloce un poco simile a quella già proposta da Concy su questo blog.
Sbollentate i finocchi, puliti e tagliati a spicchi, in acqua salata, per 10 minuti circa. A parte fare saltare in padella in olio extravergine d'oliva i pomodorini tagliati a spicchi, il porro e i capperi (e se avete anche le olive nere), salate e pepate.
Ponete i finocchi in una pirofila da forno, adagiate il condimento, condite con un filo d'olio e infornate per 15/20 minuti circa per fare insaporire e finire la cottura.

Spolverate la cannella in polvere e se le avete (io no) decorate con scagliette colorate per dolci.
A dire il vero, oltre alla pignolata c'era anche un'altro dolce che mia mamma preparava in questo periodo e che golosamente attendevo: le chiacchere. Se ho tempo le faccio prima di carnevale e le posto!
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Carolina "a Carnevale ogni ricetta vale".
![[RaccoltaCarnevale.jpg]](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCEcjxQiyzg0DAax0f4jfFkYpC9mLtsewpQq7fiuTzRK0l1VYxxdxU_jCb3XA5eFt2bQ1O24JILExhNzMJ0UqKusRPkf-SImvcRX_CXMIjdIZ0sfZNmoagYZ3JkWWpAGyVEY7I1Suky2lF/s1600/RaccoltaCarnevale.jpg)
Pulite i carciofi avendo cura di passare mezzo limone fra le foglie per non farlo annerire. Apritelo con le mani e inserite la mortadella, il formaggio, e condite con sale e pepe. Questa è il motivo del loro nome: ammuttunati significa infatti imbottiti.
Chiudete i carciofi con la frittatina, formando un vero e proprio tappo...
Friggeteli in olio extravergine d'oliva capovolti a testa in giù per sigillare bene l'interno, comprimendoli un poco ...
Una volta formato il tappo continuate a rosolarli per 10 minuti a fiamma bassa avendo cura di cuocerli da tutti i lati.
Fateli finire di cuocere per circa un quarto d'ora in una salsa di pomodoro ottenuta preferibilmente facendo rosolare uno spicchio d'aglio in olio evo (sempre extra ecc.....) e sciogliendo poi con acqua tiepida una lattina media di concentrato di pomodoro (o se lo trovate meglio ancora l'estratto). In alternativa usate la classica passata di pomodoro.
Che ne pensate? Niente male vero? Sono una vera bontà e una deliziosa cena!


Ed ecco la lista delle grappe.
Le ho preparate la sera prima, tenute in frigo per farle insaporire e infornate questa mattina per 20' a 180° due ore prima di servirle (riscaldandole un poco al forno).

...con suo fratello Danilo, aspirante attore di teatro (e anche di cinema speriamo, avendo interpretato nel film "Maria Venera" la parte di John Silver )...
...e con la sua adorata mogliettina...